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Dialetti d’Italia e il dialetto salentino: una storia complessa

Dialetti e librerie

«I dialetti sono le lingue dei luoghi, non sono le lingue delle regioni»; le lingue regionali in Italia non esistono e sarebbe più opportuno utilizzare la definizione di “lingue locali”. Esse possono essere salvaguardate proteggendo le diversità all’interno delle regioni. Afferma il Professor Nicola De Blasi nel suo bellissimo corso “Dialettologia italiana: il napoletano e le altre varietà”. 

Le lingue che cambiano

Oltre all’italiano e ai dialetti, in Italia si parlano le “lingue invisibili”, quelle dei migranti o di alcune comunità nomadi. I dialetti d’Italia hanno delle caratteristiche comuni tra loro come la desinenza della prima persona dell’imperfetto indicativo che è “a”, es. io cantava. Inoltre i dialetti sono anch’essi lingue che cambiano continuamente, infatti «vi troviamo parole antiche a cui progressivamente si affiancano parole nuove» – continua De Blasi. Il Professor De Blasi spiega che non è corretto pensare a una crisi dei dialetti che dipenda da un’imposizione dell’italiano, infatti essi danno solo l’impressione di andare in crisi perché il mondo cambia. In epoche precedenti, la maggior parte della popolazione svolgeva attività legate ai campi e alla pastorizia e ciò rendeva necessario l’uso di termini dialettali strettamente correlati ad esse. Attualmente una parte assai minore di persone è impegnata in questi impieghi, con la conseguenza che suddetti termini sono in disuso.

I dialetti d’Italia e la loro storia

I dialetti d’Italia hanno una storia molto lunga. A livello terminologico e sostanziale si può distinguere tra i dialetti volgari (dialetti antichi) e i dialetti (dialetti moderni). In riferimento ai volgari antichi usati in Italia ritroviamo delle tracce nel De vulgari eloquentia di Dante Alighieri. Parliamo di un trattato in lingua latina redatto tra il 1303 e il 1305 per mostrare l’importanza della lingua volgare. Essa tuttavia non poteva essere adoperata per una letteratura eloquente. In Italia le località vicine tra loro usano dialetti molto simili.

Libri e tazzina da tè

Immagine tratta da Pixabay

In questo scenario di similitudini è possibile trovare delle piccole aree che posseggono delle caratteristiche linguistiche diverse rispetto ai territori circostanti. Parliamo delle “isole linguistiche”, come l’area della Grecìa Salentina. La dialettologia è il ramo della scienza linguistica che si occupa dei dialetti.

Il dialetto salentino: una storia complessa

Parlato nel Salento, il dialetto salentino fa parte del gruppo delle lingue romanze e comprende le aree della provincia di Lecce, parte del brindisino e del tarantino. La sua storia è abbastanza complessa anche grazie alle influenze dei popoli stanziati nel territorio nel corso del tempo. Messapi, spagnoli e altri. Si tratterebbe di una lingua scaturita da un bilinguismo tra romanza e greca bizantina.

Dialetti e scaffali di libri

Immagine tratta da Pixabay

Tracce scritte del dialetto salentino si avrebbero già dall’ XI sec; infatti si rinvengono in 154 glosse in un manoscritto originario da un’accademia talmudica otrantina. Il libro di Sidrac otrantino è perciò una delle fonti più significative per lo studio di questo dialetto il quale annovera alcune particolarità. Tra queste l’esistenza di suoni scaturiti da particolari gruppi consonantici, non riscontrabili nella lingua italiana. Il noto studioso Gerhard Rohlfs ha evidenziato l’influenza messapica anche nella sua sintassi come l’inesistenza del futuro e  l’inserimento del verbo alla fine delle frasi, es. “La Rossella ete!”.

Dialetti d’Italia e il dialetto salentino: una storia complessa ultima modifica: 2019-11-06T09:00:34+01:00 da Antonella Marchisella

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