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Italiano: la lingua tra le più importanti e più studiate

Donna che scrive italiano

L’italiano è il prosieguo dell’antica lingua latina, appartiene al ceppo delle lingue indoeuropee. Rappresenta oggi una delle lingue più studiate. Il primato dell’italiano può essere spiegabile per diversi fattori. Innanzitutto è la lingua di uno dei maggiori soggetti geopolitici mondiali: la Chiesa Cattolica. Inoltre la considerevole emigrazione di italiani nell’ultimo secolo in paesi come Germania, Argentina, Stati Uniti, Australia, Belgio, ha portato alla diffusione della lingua italiana. «Per coloro che sono giunti in Italia di recente la lingua rappresenta il primo strumento nel cammino d’integrazione». Sono le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli Stati generali della lingua italiana nel mondo nella sua terza edizione. Oggi parleremo in breve di questo tema così ampio e affascinante riservandoci di discuterne anche in altri articoli.

Italiano ai tempi del Fascismo: divieti, motti ed espressioni  

Durante il Fascismo si nota innanzitutto l’uso di frasi celebri come «La casa Savoia conosce le vie dell’esilio ma non quelle del disonore». Si notano anche vari divieti come quello di affiggere insegne recanti forestierismi nei negozi, nella pubblicità, nei nomi delle strade. Fu imposto il doppiaggio dei film stranieri. Si cercava di limitare l’uso dei dialetti. Un’altra iniziativa riguardò una campagna a favore del Voi invece del lei.

matite colorate

Immagine tratta da Pixabay

Una  testimonianza che abbiamo raccolto. “Nonno Marino era un contadino che viveva nel viterbese e ai tempi del Fascismo aveva circa trent’anni. Lui ricorda che il Bar del paese era rinominato mescita perché vietato avere insegne con anglicismi. Inoltre non era più possibile dire sandwich, termine che era stato sostituito con tramezzino. Ciò nell’ambito di quella che il Fascismo chiamava italianizzazione. Nonno Marino raccontava che in particolare nelle campagne il Fascismo promuoveva l’uso del Voi al posto del lei. Quest’ultimo era considerato una sorta di residuo del servilismo italiano verso gli invasori stranieri ed espressione di snobismo borghese. A imporre tutto ciò piccoli gerarchi di paese e fattori pronti a riferire a chi di dovere”.

Espressioni linguistiche nate in epoca fascista

Tra le espressioni che nacquero nel periodo fascista vi è curiosamente la tipica “sorci verdi” che siamo abituati ad ascoltare nei film. In realtà questo modo di dire risale all’anno 1936 e designava un reparto speciale della Regia Aeronautica, più nel dettaglio la 205° Squadriglia. Essa scelse come stemma per i suoi nuovi trimotori l’immagine di tre sorci verdi. Questa Squadriglia era contraddistinta per la formidabile abilità dei suoi piloti e impiegata in operazioni di guerra.

Jet Militare in volo

Immagine tratta da Pixabay

Quando si vedeva passare gli aerei con i tre sorci verdi era evidente che per gli avversari sarebbe stata dura. Da qui il motto: “Ti faccio vedere i sordi verdi!”, oggi esclamazione per annunciare lo scatenarsi dell’inferno. Come riporta anche il Corriere della Sera in un articolo di A. Sala del 31 Gennaio 2018 dal titolo “Perché si dice far vedere i sorci verdi”. Del resto anche da Gabriele D’Annunzio e dalla sua spiccata fantasia presero vita espressioni e formule destinati a grande fortuna nel successivo periodo fascista. Tra cui il disprezzo per i «pantafolai» e «panciaficai» , terminologie da lui usate per etichettare coloro che non condividevano gli ideali fascisti.

Italiano: la lingua tra le più importanti e più studiate ultima modifica: 2019-11-04T09:00:15+01:00 da Antonella Marchisella

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