Nelle scorse settimane, abbiamo puntato l’obiettivo della nostra camera giornalistica verso le prelibatezze salentine, partendo dai vini più famosi. Abbiamo parlato del Negramaro e del Susumaniello, due vitigni conosciuti ormai anche fuori dai confini regionali e nazionali. Oggi, vi parliamo di un altro vitigno pugliese che è amato anche all’estero e non solo in Italia: il Primitivo di Manduria.
Il Primitivo di Manduria: la storia
Il Primitivo è diffuso soprattutto nella zona del tarantino, infatti al suo nome viene aggiunto spesso “di Manduria”, perchè Manduria è il paese dove se ne produce di più e si trova appunto in provincia di Taranto.
Le origini del vitigno del Primitivo sono incerte, ma sono affascinanti le storie che si narrano attorno ad esse. Si dice che furono i Greci a portarlo più di duemila anni fa. La produzione, oltre che a Manduria, è molto diffusa a Maruggio, Sava, Lizzano e nei dintorni di Gioia del Colle. Il titolo alcolometrico minimo del vino è di 14 gradi.
Il Primitivo di Manduria DOC ha avuto il riconoscimento nel 1976, mentre la versione dolce, il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG nel 2011.
Le caratteristiche organolettiche del vino
Le caratteristiche del vitigno sono soprattutto nel colore (rosso intenso, tendendte al violaceo) e nel sapore che può essere di vario tipo. Infatti il sapore del Primitivo è fruttato, pieno, armonico, tendente al vellutato, gradevole. Infine, l’odore: ha un aroma fruttato di frutti rossi, come ciliegia o prugna e piccoli frutti neri (ribes, cassis), fico secco, liquirizia. Insomma, le caratteristiche organolettiche di questo particolare vitigno sono certamente distinguibili rispetto ad altri vini.
