Il vitigno “Negramaro“, nato nel cuore del Salento, è conosciuto in tutta Italia e, ultimamente, si sta facendo conoscere anche fuori dal Belpaese. La celebre etichetta “Negramaro” si è diffusa molto negli ultimi anni anche per la band salentina di Giuliano Sangiorgi che ha scelto questo nome.
Questo vitigno a bacca nera viene coltivato prevalentemente nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce già da tempi molto antichi. Si dice infatti che siano stati i Greci ad introdurre nel territorio la coltivazione di questo vitigno. Per questo motivo è considerata una delle coltivazioni più primitive della Puglia.
La storia del vino Negramaro e le origini del nome
Questo vitigno a bacca nera viene coltivato prevalentemente nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce già da tempi molto antichi. Si dice infatti che siano stati i Greci ad introdurre nel territorio la coltivazione di questo vitigno. Per questo motivo è considerata una delle coltivazioni più primitive della Puglia. In antichità, questo vino era chiamato “vino leccese”, nome che ne conferma l’identità e la provenienza. Altro nome molto utilizzato era il “Nicra Amaro”. Sono molte le storie legate all’origine del suo nome, qualcuno afferma che è derivato dalla pronuncia salentina di Nero Amaro, altri dicono invece che si riferisce al suo colore scuro (Negro) e al gusto Amaro.
Le caratteristiche di questo vitigno
Il Negramaro era considerato un prodotto di scarsa qualità nei secoli scorsi. I coltivatori del Salento lo hanno sottovalutato non conoscendone le potenzialità. Spesso veniva utilizzato addirittura per “tagliare” altri vini dal basso tenore alcolico, specialmente quelli del Settentrione italiano e quelli francesi. Il mosto ricavato dal Negramaro infatti era molto zuccherato e questo lo rendeva alcolico. Il vitigno ha un clima ideale nel Salento perchè predilige climi caldi e asciutti e terreni calcarei. Il grappolo è di media grandezza e la produzione richiede molto tempo perchè richiede drastiche potature per evitare che la qualità dei raccolti possa calare.
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