Soave, le ceramiche e l'odore dei narcisi al centro di Galatone - itLecce

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Soave, le ceramiche e l’odore dei narcisi al centro di Galatone

Un Centro Storico

Uno dei racconti con cui inauguriamo il nostro settembre su itLecce è ambientato nel bellissimo centro di Galatone in provincia di Lecce. Scritto da Antonella Marchisella, ripercorre luoghi e tradizioni antiche. “Soave, le ceramiche e l’odore dei narcisi al centro di Galatone” è il titolo.

Soave e il dolce risveglio a Galatone

Quella mattina Soave camminava tranquilla verso il centro di Galatone. Si muoveva leggera senza far rumore, e lasciava spazio ai suoni del centro storico che si risveglia con i rintocchi delle campane, il sole e il cinguettio degli uccelli. E pure di qualche motorino che transitava. I rintocchi delle campane erano un tutt’uno con i battiti del suo cuore ogni volta che passava di là e scorgeva la città rinascere. Ogni giorno percorreva il centro storico attraversando Porta San Sebastiano, unica superstite delle tre porte cinquecentesche che in origine costituivano il luogo.

Esterni Di Una Caffetteria Soave
Pixabay

Soave attraversava l’arco a tutto sesto della porta, estasiata dalla sua forma a lunetta, e alzando per un istante lo sguardo sulla statua di San Sebastiano che spiccava fulgida in sommità. Giungendo nella piazza principale di Galatone ammirava il sapore d’eterno che i monumenti le conferivano. Il Sedile del XVI secolo e la Torre Civica seicentesca facevano da sfondo alla quotidianità della ragazza, la quale ogni mattina si recava entusiasmata presso il negozio di ceramiche in cui lavorava. Soave non lo sapeva, ma con la sua passione per le ceramiche portava avanti qualcosa di davvero antico. Utensili in selce e ceramica infatti erano stati ritrovati sulle serre Campilatini nel Villaggio Costante e perfino nella grotta Pinnella. Tutti tesori paesaggistici del luogo dove viveva lei.

Soave e l’arte della ceramica

Dall’antichità il mondo delle ceramiche aveva continuato a vivere a Galatone grazie a famiglie di vasai che le modellavano all’interno delle piccole botteghe ideando accostamenti di forme e colori sorprendenti. Soave non sapeva da dove derivasse il suo amore per la ceramica: suo padre era un fornaio e la madre una sarta. Di sicuro la passione artigiana confluiva ardentemente nel suo ambiente familiare. Soave, giovinetta aggraziata, tremava per ogni cosa: come se tutto provocasse in lei un anelito emotivo. Raggiungere il negozio di ceramiche era ormai divenuto il suo unico pensiero fisso.

Lavorazione Della Ceramica
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In quei giorni bisognava preparare un gran quantitativo di oggetti di abbellimento che una donna aveva richiesto per il suo matrimonio. Soave era così piacevolmente attratta dal suo nuovo impiego che di tornare a studiare proprio non le passava per la mente. Stringere le ceramiche forte nelle mani le faceva sentire il corpo: una fisicità, una consistenza. Le parole da studiare sui libri invece, la maggior parte delle volte restavano eteree, non le infondevano un senso di pienezza e sazietà.

La magia dei manufatti

La ceramica le scorreva tra le mani, la giovinotta iniziò a realizzare dei bellissimi oggetti e la sua creatività prendeva forma in quel negozio dallo spazio angusto ma ricolmo di tutto. All’interno c’era perfino una stanza con un forno per cuocere e modellare gli oggetti. Lei ideò un ciondolo di media grandezza quel giorno, a forma di cuore leggermente inclinato su di un lato, era bianco e brillava fortemente. Realizzò poi un piccolo foro nella parte più in alto e vi inserì una cordicella bianca intrecciata. La cordicella sosteneva il ciondolo e serviva per indossare l’oggetto al collo. Lo lasciò giacere qualche giorno e infine fu pronto e incredibilmente bello nella sua semplicità.

Un Ciondolo A Forma Di Cuore
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Soave lo appese nel negozio, alla fine di una lunga giornata di lavoro, davanti alle vetrine che davano sulla strada. Insieme ad altri ciondoli e collane di ceramica colorata che costituivano il nuovo assortimento. Una donna transitò sul marciapiede davanti alla vetrina proprio in quegli istanti. Era quasi sera e il buio rendeva più brillante la ceramica illuminata dalle lampade della sala. La donna – dagli occhi meravigliosi – si arrestò per un attimo davanti al vetro, restando immobile. Nel suo sguardo si erano dissolti i pensieri che visibilmente fino a poco prima di ammirare il ciondolo, l’avevano incupita.

Una Sposa Bionda In Primo Piano
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Ella entrò nell’esercizio commerciale di scatto e dietro di lei la seguì una signora dai lunghi capelli argentei legati in una folta coda. Avevano due età differenti, ma entrambe erano bellissime. La donna invece sfoggiava una chioma bionda dai riflessi color rame che si intonava con l’incarnato chiarissimo e i suoi tratti delicati. Tirò fuori una mano che ne rimarcò ancor di più le forme gentili grazie alle falangi affusolate. Indossava un braccialetto multifili e argentato che suonava come ghirlande di conchiglie scosse a ogni passo nella notte.

Il ciondolo a forma di cuore

Chissà, magari qualcuno glielo aveva regalato quel braccialetto, e quel suono instillato dal vento le ricordava l’occasione in cui lo aveva ricevuto in dono. La donna posò subito la sua attenzione sul ciondolo a forma di cuore, si avvicinò e lo prese in mano. Lo stringeva sotto la luce della lampada della bottega e le si addiceva. Prese in mano il ciondolo fatto di ceramica e lo strinse su un palmo. Silenziosa, si muoveva discreta, non fissava mai troppo a lungo lo sguardo dei suoi interlocutori per non intimidirli. Era elegante, di gesti docili e una mimica non troppo accentuata. Si muoveva graziosa in ogni angolo del negozio ma attenta a non disturbare. Guardava qua e là tra le cose, quelle nella sua mente e quelle al di fuori di lei. Gli oggetti erano esposti su un tavolino e su un bancone a tre lati che copriva il perimetro della sala. E nel silenzio, spezzato solo da poche parole accennate e tentennanti ma con la certezza di ciò che aveva scelto per se stessa, comprò il ciondolo a forma di cuore. Poco dopo uscì dal negozio e salutò con la mano appena oltre le vetrine.

Lampioni Notturni dall'aspetto soave
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Soave era rimasta un po’ in disparte. Guardava la proprietaria del negozio rimettere le cose a posto. Le aveva spostate mostrandole alla donna, che alla fine aveva scelto il ciondolo a forma di cuore dal lato un po’ inclinato. Per qualche istante Soave si era persa nei pensieri. Non le mancavano i giornali e la carta, né tanto meno le notti passate a scrivere. Le spuntarono le lacrime. Cercava di nascondersi dallo sguardo impietoso degli altri. Di quegli altri che entravano in negozio attratti dai manufatti esposti in vetrina e dallo sguardo della proprietaria, un’artista che in quanto tale era suscettibile e attenta ai dettagli.

Il sapore delle sere d’estate

Era una sera d’estate. Il calore promanava dal fuori ma non bastava a sopraffare quel freddo che d’un tratto percorse il corpo irrigidito di Soave. La giornata lavorativa era giunta al termine e si era rivelata un’altra preziosità in cui aveva imparato qualcosa. Prima di uscire dal negozio rimetteva i pezzi in ordine. Le ceramiche brillavano attraendo i passanti e donne e uomini di ogni tipo e ogni età le toccavano con le dita, sorreggendole tra le mani. Perciò qualche oggetto restava in disordine, posato in un posto che non era il suo.

Narcisi Bianchi
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A Soave piaceva rimettere tutto al proprio posto, era come una sorta di chiarezza mentale. Fintantoché qualcuno non avesse acquistato le ceramiche, lasciando così gli spazi vuoti e favorendo un rinnovato equilibrio da dare alle cose, lei avrebbe continuato a rimettere tutto come prima. Per un attimo le tornò in mente la donna che aveva acquistato il ciondolo a forma di cuore, perché quest’ultima aveva riposto gli oggetti che prendeva in mano esattamente al loro posto, quasi a mostrare una forma di rispetto che oggigiorno non viene più considerata.

Soave e l’odore dei narcisi

La proprietaria prese i soldi dalla cassa. Dopo pochi istanti chiuse a chiave la porta d’entrata. Lasciando accese alcune luci che permettevano ai passanti di ammirare le ceramiche esposte in vetrina. Soave aveva lavorato per molte ore ma non si sentiva stanca. Decise quindi di fare quattro passi nella piazza sulla quale si affacciava suadente la bottega, e di godere dell’atmosfera di una sera estiva contornata dai suoi sogni tiepidi e poco invadenti. Poco importava, in qualche modo bisognava imparare a vivere la propria solitudine. Prese a camminare a passo svelto, fintantoché voltò il capo a sinistra nella corsa e scorse un angolo davvero dolce. Era l’esterno di un bar con dei tavoli graziosi accerchiati da fiori di narciso che profumavano il buio della notte. Dietro i fiori che la celavano e immersa nel loro profumo inebriante, la ragazza scrutava la piazza nella sua raffinatezza.

Soave, le ceramiche e l’odore dei narcisi al centro di Galatone ultima modifica: 2020-09-04T09:00:00+02:00 da Antonella Marchisella

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