In un pomeriggio estivo, reso mite dagli alberi della masseria entro la quale è custodito, giungiamo presso il Monastero di San Nicola di Casole. Un luogo misterioso e immenso, del quale resta poco ma di immane bellezza. Ci arriviamo per mezzo di una visita guidata da APS Salentomnibus condotta dalla guida Annamaria Tarantino. Le pietre silenti dell’Abbazia di Casole è il titolo dell’evento, durante il quale abbiamo scattato le foto di seguito.
Il Monastero di Casole e l’Abate Nettario: sua figura chiave
Partiamo dalla figura di Nettario, monaco e filologo attorno al quale ruota la storia del Monastero di San Nicola di Casole. Ipoteticamente nativo di Otranto tra il 1155 e il 1160, ciò che si è potuto ricostruire di lui si deve alla sua produzione. Essa rimanda a una evidente formazione teologica e filosofica. Grande conoscitore di latino, greco ed ebraico, fu traduttore in latino di testi liturgici e interprete in viaggi in Oriente. Poeta, filosofo e teologo fu un importante insegnante presso il Monastero di Casole del quale diventò abate.
Addentrandoci nel terreno privato sul quale è ubicato il Monastero, ci soffermiamo a osservarne i resti. La luce solare illumina le colonne e parte della facciata della Chiesa. Avvicinandosi è possibile intravedere ciò che rimane di alcuni affreschi. In un tempo lontano in questo luogo esistevano cripte, altari e casupole (casole) dove i monaci si riunivano in preghiera. Boemondo I d’Antiochia, che lo fondò nel 1098, donò in seguito l’abbazia a dei monaci basiliani.
Il Monastero di San Nicola di Casole tra le più antiche scuole del Mediterraneo
Il Monastero di San Nicola di Casole era molto importante per il Meridione e per il Mediterraneo. Si trattava di un rilevantissimo centro letterario in cui nacque un circolo poetico ricchissimo culturalmente. Qui si affrontavano tematiche religiose e profane. L’Abbazia di San Nicola di Casole rappresentava un luogo di grande erudizione e formazione. Si ritiene infatti che anche il monaco basiliano Pantaleone si formò lì. Situato a pochi chilometri a sud di Otranto, il Monastero era il più ricco detentore di cultura dell’Europa di quei tempi. In Terra d’Otranto ci si esprimeva in greco e così si esprimeva anche la comunità dei monaci italo-greci presenti a Casole.
Il Monastero diffondeva così lo studio della lingua greca nel territorio e vantava una biblioteca fornitissima di testi. Tanto da essere considerato precursore dell’Università. Infatti l’egumeno Niceta fondò nei suoi pressi la prima casa dello studente d’Occidente. San Nicola di Casole fu eretto su un cenobio preesistente, ossia un insieme di casupole, nicchie, grotte. E’ possibile attualmente visitarne i resti tramite visite guidate ricadendo questi in terreno privato. Al complesso monastico si arriva attraverso un lungo viale alberato a circa un paio di chilometri a sud di Otranto. La vita religiosa di Casole era scandita da un documento chiamato Typikon. Il Monastero fu distrutto e saccheggiato durante l’invasione turca del 1480 a Otranto. Parti delle mura perimetrali e dell’abside sono quasi intatte, ancora oggi testimonianza di un valore immenso che speriamo sia rivalutato e riqualificato.