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quiSalento compie diciotto anni: intervista a Cinzia Dilauro

Redazione del giornale quiSalento

quiSalento quest’anno ha compiuto diciotto anni. Ha iniziato a raccontare il Salento quando ancora della Notte della Taranta, delle sagre, dei riti, delle tradizioni e dei nostri luoghi non ne parlava nessuno. Fin dai primi tempi, quando il fermento culturale era agli albori, quiSalento è la voce del patrimonio immenso di questa terra. E l’età della maturità e l’occasione di ripercorrere la storia, a tratti turbolenta, di questa testata che ha saputo resistere alle difficoltà e trovare nella propria redazione la forza che la anima. Ne parliamo con Cinzia Dilauro, direttore editoriale.

I primi anni di quiSalento

Quando inizia l’avventura di quiSalento?

Il primo numero di quiSalento arrivò in edicola nell’Aprile del 2001. Nacque dall’idea e dall’intuizione di due giornalisti di lungo corso reduci da una carriera in un quotidiano locale e da una lunga vertenza sindacale. Io avevo 26 anni (oggi ne ho 45) e da stagista assistetti alla nascita del numero 1. Il Salento stava per diventare una delle mete turistiche più importanti del Sud Italia anche grazie alla diffusione della pizzica e la fama della Notte della Taranta di Melpignano. C’era un grande fermento di iniziative e mancava una guida che raccontasse questo territorio nelle sue peculiarità. Posso dirlo senza timore di essere smentita: prima di quiSalento i tanti riti, i luoghi, gli artigiani, il fascino del patrimonio culturale del Salento non erano mai stati raccontati e valorizzati in maniera sistematica, puntuale e appassionata. quiSalento diede forma a tutto questo.

un'immagine della Redazione di quiSalento

La redazione di quiSalento è composta da: Dario Quarta, Cinzia Dilauro, Valeria Nicoletti, Matteo Tangolo, Marta Solazzo, Dora Dilauro

Quali erano le caratteristiche di quiSalento nei suoi primi anni di diffusione?

I primi anni della rivista era tutto più difficile. Erano tempi in cui per navigare in Internet bisognava staccare il cavetto dal telefono e collegarlo al computer. Le mie prime ricerche dei contatti per trovare gli eventi da raccontare cominciavano dall’elenco telefonico, cartaceo. Ma la cosa più complicata era spiegare agli organizzatori e alle Pro Loco perché avevo bisogno di tutte quelle informazioni. Non eravamo consapevoli del patrimonio delle nostre tradizioni. Era questa la forza dei primi anni di quiSalento: far comprendere ai salentini per primi il valore delle proprie tradizioni e della propria terra e, così, imparare non solo a valorizzarle ma soprattutto a proteggerle.

Le difficoltà e la rinascita di quiSalento

Nel 2018 avete rilevato la testata unendovi nella cooperativa Espera. Si può dire che avete salvato quiSalento?

Si, lo abbiamo salvato. Anche perché il giornale, la cui testata era stata messa in vendita dai proprietari dopo il nostro licenziamento, mancò dalle edicole per quattro mesi per la prima volta nei suoi diciassette anni di vita. Il rischio era quello che finisse nelle mani sbagliate e diventasse altro. E poi sentivamo che in qualche modo ci apparteneva di diritto insieme a tutte le relazioni che avevamo tessuto in tutti quegli anni. Avrebbe dovuto essere nostro con un normale e giusto “passaggio di consegne” ma in quel passaggio non ci fu nulla di giusto. Ogni tappa per arrivare all’acquisizione della testata ci è costata moltissima amarezza.

Ci sono stati dei momenti difficili?

In quei quattro mesi di stop in edicola ce ne sono stati diversi. Dopo esserci costituiti in cooperativa, ebbe inizio una lunga e dolorosa trattativa. Ma a nessuno di noi, dopo il licenziamento, venne in mente di prendere un’altra strada, di rassegnarci e disperderci. Credevamo in quello che facevamo. Credevamo fortemente nel valore del giornale e nel suo ruolo di raccontare il territorio in maniera affidabile, competente e appassionata. Avevamo deciso di lottare per riprenderci il “nostro” giornale, di investire i nostri risparmi e far nascere la nostra redazione. Ci aiutò il fatto che quando il giornale chiuse, le reazioni dei nostri lettori passarono dall’incredulità allo sdegno fino alla solidarietà nei nostri confronti. In quel periodo realizzammo, quasi toccammo con mano la rete di relazioni che avevamo costruito in tutti quegli anni, quante storie avevamo raccontato.

tavolo da lavoro della redazione di quiSalento

Un tavolo da lavoro della redazione di quiSalento

Con quale spirito avete intrapreso questa nuova avventura?

Lo spirito dell’inizio era quello del riscatto. Reduci da una vera e propria battaglia, volevamo dimostrare che sapevamo fare il nostro lavoro e che lo avremmo fatto nel modo giusto. Ma c’era anche la “vertigine della libertà”, quella paura mista a felicità di decidere in autonomia. La decisione di essere una cooperativa non è stata solo formale. Noi ci sentiamo cooperativa nel senso etico del termine, nella sua accezione di condivisione e uguaglianza. Al di là dei titoli necessari per legge (direttore responsabile, direttore editoriale…) nessuno si sente superiore all’altro. Semmai si riconosce la maggiore esperienza ma quando dobbiamo prendere determinate decisioni se ne discute a lungo, a volte votiamo.

Che cos’è diventato ora quiSalento?

Oggi quiSalento ha, spero, preservato la sua natura originaria di baluardo di affidabilità e narrazione del territorio ma si è aperto a questo molto di più. Abbiamo inserito nuove rubriche “Terra viva” che racconta storie di ritorno all’agricoltura, storie di “restanza” e di ritorni. E poi una rubrica di racconti brevi “Le storie di qui” illustrata da disegnatori salentini. Abbiamo dato vita a diverse collaborazioni, a progetti con altre realtà. Siamo un punto di riferimento anche logistico, spesso ospitiamo riunioni di altre associazioni o colleghi freelance a cui piace venire a lavorare nelle nostre stanze. Oggi quiSalento è anche un luogo, uno spazio dove nascono idee, progetti, collaborazioni, sinergie. Il tavolo intorno al quale ci riuniamo è lo stesso dove pranziamo insieme ogni giorno, dove i nostri bambini possono giocare mentre lavoriamo.

 

Bambini nella redazione di quiSalento

Spazio ai bambini nella redazione di quiSalento

I progetti attuali di quiSalento e le prossime sfide

Il primo obiettivo è sicuramente quello di sviluppare il nostro sito internet, avendone ereditato uno un po’ troppo vetusto. Abbiamo già incrementato la nostra presenza sui social e per il prossimo autunno contiamo di avere un sito adeguato alle nuove esigenze e ai tempi più veloci dell’informazione. In seguito, abbiamo numerosi progetti editoriali in cantiere, tra cui uno a cui teniamo molto, in collaborazione con le scuole, per trasmettere anche ai più giovani la bellezza del nostro patrimonio. Infine, siamo diventati partner di diverse realtà locali, che raccontano le storie del quartiere e del territorio in cui vivono.

Bacheca sul muro della redazione di quiSalento con copertine del giornale

Copertine di quiSalento all’interno della redazione

Com’è cambiato il Salento in tutti questi anni?

Il boom turistico ha contribuito a cambiare molte cose e, forse, in tutti questi anni ci siamo lasciati un po’ depredare. Ma dopo un decennio in cui si è cercato di cavalcare l’ondata turistica solo recentemente credo che ci sia un incremento qualitativo. Vedo nascere nuove realtà, progetti e iniziative virtuose che invece di ambire a modelli di sviluppo che non ci appartengono ne realizzano di nuovi, sostenibili e in armonia con il territorio, e questo mi fa ben sperare.

C’è un numero di quiSalento a cui sei più legata?

“Primavera non bussa, lei entra sicura”, scrissi questi versi di De Andrè su un foglio e lo attaccai al muro nella nostra nuova redazione ancora vuota. Aspettavamo la primavera, nostra e del giornale che ci aveva visti crescere. Tornammo in edicola con il numero di Maggio allo scoccare dei diciotto anni di quiSalento con una copertina di papaveri rossi e cielo azzurro. Sono legata a quel numero perché rappresenta la nostra rinascita.

quiSalento compie diciotto anni: intervista a Cinzia Dilauro ultima modifica: 2019-08-23T09:00:30+02:00 da Simona Rizzo

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