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Natale interculturale di ItLecce: accoglienza e rispetto reciproco

Mani che si stringono immigrazione

Il Salento è terra di inclusione, accoglienza, benevolenza. Quando si parla di integrazione la prima cosa che mi viene in mente pensando al Salento è Otranto. Il mosaico di Otranto. Quelle parole proferite da Luciano Cariddi, amatissimo ex sindaco di Otranto, in una puntata di Borghi d’Italia su TV2000: “Otranto ha sempre mantenuto aperto il dialogo con l’altro”. E poi ancora: “Questo rapporto che in epoche più moderne si è anche concretizzato in quell’abbraccio, in quella solidarietà che la città ha saputo dimostrare a quanti hanno bussato alle nostre porte”. “Si contano 140 etnie ospitate nella nostra città”. Partendo da questo noi di itLecce auguriamo e festeggeremo un Natale interculturale, un Natale inclusivo di ogni cuore e di ogni etnia.

Aprire le porte a prospettive di senso e accrescersi dal confronto

Assistiamo di recente ai dibattiti sul crocefisso nelle aule delle scuole e ci assalgono dubbi e perplessità sull’allestimento oppure no del presepe. Per rispettare un’altra cultura non vi è bisogno di accantonare le nostre tradizioni. Partiamo da un pilastro: ogni religione emette un messaggio d’amore, di pace. Altrimenti non sarebbe una religione. Impegnarsi in un pacifico percorso di integrazione significa innanzitutto acquisire consapevolezza dei termini “multiculturale” e “interculturale”. Questi termini, infatti, non sono sinonimi. Detengono un preciso significato. Ottima la definizione della sinologa Margherita Sportelli in “La Mediazione Culturale” di Xenia: “Non sono sinonimi, dietro i due prefissi inter e multi ci sono due visioni del mondo”. Multiculturale è considerare la coabitazione delle differenze etniche, culturali e religiose, a cui ci si adatta. Interculturale è una scelta, un progetto educativo intenzionale.

Siamo Davvero Sicuri Antonella Marchisella Massimo Montebove
Il libro di Massimo Montebove e Antonella Marchisella

Adler sosteneva che una persona multiculturale “non giudica una situazione secondo gli stessi parametri usati per un’altra”. La persona multiculturale si trova sempre in uno stato di divenire. E usando le parole dello psicologo Alessio Testani – che ho riportato nel libro di cui sono coautrice insieme al poliziotto Massimo Montebove“Siamo davvero sicuri? Scenari e prospettive” di Laurus Robuffo Edizioni, “Abbracciare un credo religioso, appartenere a una determinata nazione – in una logica di intolleranza – anziché essere visti come l’esito di una complessa evoluzione storica, determinano un fanatismo che non accetta diversità”.

Natale interculturale: chi ha una salda identità non ha paura

Nella celebre Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (III, 27-28): “Tutti voi… poiché quanti siete stati battezzati in Cristo,vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”. Per il nostro Natale interculturale vorremmo lasciare da parte stereotipi e pregiudizi d’origine medioevale perché totalmente in disaccordo con l’universalismo cristiano dell’unità di tutti gli uomini in Cristo. Colui che perseguita sta inconsciamente perseguitando sé stesso. Poniamoci una domanda: perché il razzismo e l’intolleranza? Lo psicologo Alessio Testani ci dice: “L’intolleranza, associata classicamente alla frustrazione,compare come un campanello d’allarme minaccioso per il Sé, il quale soffre di deficienze relative all’identità, al senso di sé e all’autostima. In pratica l’ “Altro” è il portatore del pericolo di cancellazione, annichilimento e persecutorietà

Mani che si stringono Natale Interculturale
Immagine tratta da Pixabay

Spesso colpevolizzare l’estraneo, lo straniero, rende possibile eludere la propria colpa e parallelamente consente di perseguitarlo come reo, in modo da ricavarne soddisfazione morale”. Come essere dunque più tolleranti? “La tolleranza presuppone uno stato della mente in cui il Sé sia abbastanza forte e fornito di funzioni dell’Io capaci di generare collaborazione, generosità e compassione” – continua Testani. Effetti gravi di una poco adeguata gestione della diversità culturale sono la disuguaglianza, i conflitti interculturali e gli atteggiamenti razzisti e xenofobi. E’ chiaro che le misure legislative e poliziesche di contenimento si riveleranno sempre insufficienti poiché solo il miglioramento delle condizioni economiche, sociali e politiche nei paesi d’origine può convertire l’immigrazione in un processo regolare.

Islam religione di pace

L’Islam rappresenta – insieme a Cristianesimo ed Ebraismo – le tre religioni monoteiste. L’Islam diffonde messaggi d’amore, come tutte le religioni. Ogni forma di violenza praticata in nome della religione non può essere considerato un comportamento religioso. L’Islam si fonda sulla Sharia, una legge coranica. L’Islam non è la parola di Maometto, bensì è la parola di Dio e Allah che l’ha rivelata attraverso questo profeta. La Sharia non deve essere confusa con il Corano; quest’ultimo infatti, non è un testo giuridico. In 114 sure il Corano tratta temi di carattere morale, etico e religioso.

Ramadan Marocco
Immagine tratta da Pixabay

Gesù nella religione islamica è un profeta, come anche Abramo e Maometto. Shahada, Salat, Sawm, Hajj, Zakat, sono i cinque pilastri dell’Islam. La parola Jihad che negli ultimi anni abbiamo ascoltato ricorrentemente non deve essere intesa in un’accezione sbagliata: jihad significa letteralmente “sforzo verso Dio”. I Jihadisti non sono terroristi. Si può affermare che i terroristi vengono erroneamente definiti Jihadisti. La parola jihad si ripete otto volte nel Corano.

Natale interculturale di ItLecce: accoglienza e rispetto reciproco ultima modifica: 2019-12-09T09:00:00+01:00 da Antonella Marchisella

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