La storia del Salento è legata ad un paesaggio storico e molto amato dai turisti. Non soltanto mare, ma anche ulivi, “pajare”, distese incontaminate, masserie fortificate, ecc.
Ultimamente è in diffusione il turismo che visita l’entroterra salentino. Tra le bellezze più visitate, ecco le costruzioni campestri, dette ‘masserie’. Molte oggi si sono trasformate in ristoranti o agriturismi, altre invece sono rimaste insediamenti rurali affascinanti.
Masserie del Salento: l’origine
L’origine di queste antiche strutture e del loro nome risale a quando questi insediamenti rurali, sorti nel Medioevo, erano abitati da nuclei familiari di agricoltori che dedicavano tutta la loro vita all’agricoltura prettamente di sussistenza. I contadini venivano chiamati “massari”, termine che deriva da ‘massa’ – cioè gente presente in grande quantità, dunque ‘volgo’. I massari nella storia si dedicavano alla coltivazione di prodotti come grano, cereali, olive. Molto diffuso era l’allevamento del bestiame per la produzione di latte e formaggio, ma anche di carne, solitamente consumata nei giorni di festa.
Il termine ‘masseria’ non è utilizzato solo nel Sud Italia, ma anche nell’Alto Adige, in riferimento a complesse strutture a corte chiusa, i cosiddetti ‘masi chiusi’. Ogni masseria ha normalmente un cortile centrale, l’abitazione del massaro, le stalle e i recinti per l’allevamento degli animali.
La fortificazione delle masserie
Ma perchè alcune masserie sono fortificate? Il motivo è storico: Carlo V d’Asburgo attuò un piano di difesa del territorio, che portò alla realizzazione di torri e di mura intorno alle masserie, che per questo vennero, successivamente, denominate ‘fortificate’. La torre aveva tre funzioni: la parte alta era abitata dal padrone che vi risiedeva per giorni o per mesi e permetteva, facilmente, gli avvistamenti; la parte bassa, invece, era utilizzata come luogo di lavoro per la trasformazione del latte in formaggio e altri prodotti caseari e per la molitura delle olive oppure come magazzino.
