Salento archeologico, Salento di cultura. Ancora una scoperta per gli archeologi che hanno esultato quando dalle indagini geofisiche si è rivelata la presenza della piattaforma dell’antico tempio dedicato alla dea Atena.
Tempo addietro ci fu una nuova scoperta a Castro, nella quale gli archeologi trovarono addirittura la “mano di Minerva“, il palmo cioè della statua ritrovata nel 2015, con alcune dita. E’ stata quella la prova che la statua è sepolta in quella zona e che lì un tempo sorgesse il tempio di Minerva citato da Virgilio nell’Eneide. «Che Castro fosse l’approdo di Enea, in fuga da Troia, narrato da Virgilio nell’Eneide è cosa ormai assodata da tempo” disse in quell’occasione il professor Francesco D’Andria. In quell’intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia, poi aggiunse “adesso bisogna comprendere come era questo santuario di Atena architettonicamente, quali opere d’arte erano lì conservate, come si facevano i sacrifici».
L’ultima scoperta a Castro
Anche in questo caso, la notizia è stata data dal professor Francesco D’Andria, emerito dell’Università del Salento. E’ lui alla guida dell’équipe di studiosi e archeologi impegnati da anni nella campagna di scavi condotta a Castro. La zona in cui dovrebbe esserci l’antica piattaforma è la zona “Capanne”. I problemi della continuazione dei lavori, purtroppo, sembrano relativi ad un mancato accordo con il proprietario di tale fondo. “Spero che la trattativa si sblocchi al più presto perchè la sensazione è che quel terreno possa custodire le fondamenta dell’antico tempio” ha spiegato D’Andria.
Una notizia molto interessante per gli studiosi e gli appassionati del settore, arriva dalla mostra e dal convegno che si stanno cercando di creare e che si baseranno sui rapporti nell’antichità tra Taranto e Castro. Gli archeologi continuano a lavorare all’itinerario culturale internazionale “Rotta di Enea”. In questo itinerario, promosso dal Consiglio d’Europa, in cui la città di Castro figura come primo approdo in Italia.
Per questi lavori, proseguono i finanziamenti visto che il lavoro degli studiosi continua senza sosta. Un lavoro che può proseguire grazie al contributo finanziario del professor Francesco De Sio Lazzari. Il professore è il figlio del geologo Antonio Lazzari a cui è intitolato il Museo della città. Il professore De Sio ha devoluto agli scavi una cifra sicuramente considerevole. Inoltre, una somma importante per portare avanti i lavori, come riporta il Quotidiano, è arrivata dall’associazione Inner Wheel Tricase-Capo di Leuca. Questa associazione, tutta al femminile, ha raccolto tra i numerosi soci una somma importante. Il Salento, ancora una volta, conferma di essere una terra ricca di sorprese, anche nel sottosuolo, e gli archeologi si godono quest’altro importante risultato dopo tanto lavoro.
Fonte foto principale: Galatina24.